Oriano di
Sesto Calende
"……Amico
di lunga data, amante dell’arte in genere, durante le nostre lunghe
disquisizioni …… è emersa questa sua vena artistica innata che mi ha portato a
stimolare il suo ingresso nella bottega del maestro scultore Morosi…. Con il
passare dei mesi ha rafforzato l’impronta ….. nella materia da lui manipolata
….. trasformandola in quegli oggetti carichi di amore e ricchi di contenuto. Lo
stesso maestro….. apprezza con gioia queste opere vive uscite dalle sinuose
mani…Oggi nel pensiero della sua maturazione artistica …Lorenzo nel suo
laboratorio crea scampoli di vita……"
Vitaliano Forlani – pittore
Milano
"…Come
si esprimeva O. Wilde, non è l’arte che imita la natura, ma la natura, che
imita l’arte….L’arte forma, crea la natura.Alcuni eventi che Lorenzo Schievenin
Boff ha cristallizzato si sono avverati – senza che l’autore contribuisse al
loro accadimento…"
Carlo Maria Marcandalli – semiologo
"Lorenzo
Schievenin Boff dà "i numeri", nel senso che si dà alla produzione di
numeri civici, raffinati pannelli scultorei, targhe di buon augurio.Morosi (il
maestro) lo incitava ad allestire una mostra personale ma Lorenzo Schievenin
Boff non ha mai dato seguito al suggerimento…Certe sue opere …… un po’ hard……..
soprattutto grovigli di corpi nudi …. sono il cruccio della mamma, che ama ed
odia nel contempo le opere del figlio…Lorenzo Schievenin Boff non nasconde di
volere una vita libera ed indipendente, senza ostacoli alla sua creazione che,
lavoro o parenti, deve andare avanti……."
Da "La Prealpina" – Norberto Furlani
"Una creatività di particolare effetto,
mirata alla terracotta. Un’artigianità antica come il mondo che si esprime in
una figurazione essenziale, intensa perché libera da pregiudizi e da
costrizioni estetiche. Nella produzione di Lorenzo Schievenin Boff si riscontra
una metafora che riconverte sempre sulla vita, nell’unità tra pensiero e
materia. In questo tracciato costante, l’artista di Somma Lombardo fa nascere
le sue sculture realizzate in una terra dal bel colore rosso-ambrato, in una
mutevolezza di tematiche molto intriganti…."
Fabrizia Buzio Negri (da L’artista del
mese – VareseMese n.11)
"…ogni volta in cui ho avuto l’occasione
di vedere le tue opere, sempre mi è venuto alla mente un imperativo: Ammira la
vita. Semplicemente! Già, perché le forme che le tue mani hanno materializzato
nelle terrecotte cantano un unico motivo. Cantano la vita. Ho ritrovato il
motivo della vita nel tuo modellar serpenti…. nella sofferenza materializzata
della maternità….. nei tronchi degli ulivi che nei loro contorcimenti si
trasfigurano…. nei grovigli amorosi de Gli scavi da Pompei…."
Justin Thomas – opinionista
Milano
"….I
rilievi possono incuriosire una parte del pubblico, ma il nucleo più
"utile" rimane quello delle figure, dove tu ci sai fare e manifesti
qualità di sintesi ed espressive e un linguaggio personale. Certe tue
stilizzazioni sono eleganti e presentano un buon ritmo, una sorta di fluidità
musicale…."
Pier Luigi Senna – critico
Mirella
Ardy dal romanzo
“DISPERATAMENTE GAIA”
.............Un altro
amico che però
non veniva a mangiare
e a dormire, la
notte, Lorenzo, si occupava invece
delle…..tombe di famiglia. Era il suo hobby, gratuito. scolpiva soggetti sacri e profani.Era contenuto,
serio, con un’ aristocrazia innata. Mi
piaceva molto sentirlo parlare. Aveva un timbro di voce sommesso, di velluto. Con a tratti
alcuni mutamenti di tono, come il colore del cielo. Mi raccontava certe sue
emozioni, lievi come piume di colibrì, eppure egualmente intense. Fatte di
niente…Guardare l’ oscurità scendere a
poco a poco, seduto nella sedia di vimini sotto il portico della sua casa, attendendo
il fascino misterioso della notte. E poi
le prime stelle fissate con stupore, come un premio
immeritato e l’ affresco della
Madonna del latte su un’ antico muro, nel suo giardino, dedicato alle
donne della sua famiglia. Mamma, nonne, sorella. Mi diceva del suo risveglio, certe mattine, in
una piccola pensione francese. Lo scricchiolio della
ghiaia del giardino sottostante calpestata dagli
ospiti più mattinieri.L’ odore intenso del caffè a
zaffate, della finestra aperta, e
quello dolciastro dei croissant. La sua felicità di restare ancora un
poco sotto le lenzuola solo e, nel medesimo tempo, in compagnia di quegli
ospiti invisibili. Ricordava per me le
sue nonne. Assunta, intellettuale, leggeva
moltissimo e poi raccontava,
magari con le mani immerse nella
pasta sulla madia, cose magiche,fantastiche. Nonna Antonia invece pareva una mongolfiera, con i capelli
sempre arruffati, le gonne
molto ampie e
lunghe, rassomigliava anche a una bellissima
chioccia. I nipoti erano i suoi
pulcini. Mi piaceva ascoltare Lorenzo. Immaginarlo bambino, quando attratto dai pittori di acquarello, li guardava mentre bagnavano
in mare la carta, prima di dipingerla.
La personalità di Lorenzo mi affascinava per quel sentore vago di mistero e
di pudore delle emozioni.
Come un
porto sicuro, dopo un lungo
viaggio per mare. Lo capite anche voi che con questi… Magnifici Cinque più uno,
non avevo molto tempo per rimuginare la mia infelicità.
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