L’arte di Luca sfugge a qualsiasi definizione. L’ho
capito subito, alla nostra prima telefonata.
Per quanto personalmente non ami l’arte dell’
“etichettare”, a volte questa costituisce la strada più semplice per
approcciare un nuovo artista e per inquadrare entro rassicuranti coordinate di
riferimento le sue opere. Strada non percorribile con Luca, appunto. Si
percepisce nelle sue opere una stratificazione di immagini e di significati che
ne impedisce una lettura a colpo d’occhio.
Sfogliando il suo book, così ha inizio il nostro
incontro, mi rendo facilmente conto che ogni opera differisce dalla precedente
e dalla successiva , come figlia di un attimo unico e irripetibile. Quello che
accade, infatti, è che Luca si immerge nel flusso della vita, interpretandola
con occhi sensibili e un pizzico di ironia , o meglio di autoironia, non
prendendosi mai troppo sul serio. L’arte di Luca è improvvisa perché germoglia
sopra una sensazione provata, su un volto incrociato, su una situazione
vissuta, anche la più banale. Cambiano le tecniche , cambia lo stile, si passa
dalla serie dei cuori a quella degli alberi, dalle istallazioni alle opere
figurative, ai collage, etc. Cosa tiene unito il discorso? L’ammirevole ricerca
dell’artista che sfrutta ogni mezzo possibile non tanto per esprimere se
stesso, quanto per raccontare le infinite variabili che si producono
dall’incontro di sé con l’esistente che lo circonda, che esso sia natura tanto
amata, le persone che abitano la sua vita o i valori su cui essa è profondamente
radicata.
L’arte di Luca penso si possa riassumere in una parola
sola: dono. L’artista offre sé stesso senza indugi, offre la sua
interpretazione poetica del mondo entro cui è immerso, un mondo intessuto di
sentimenti , soprattutto, ma anche fatto di gnomi e di arlecchini. In quanto
dono di sé l’arte di Luca diventa relazione, dialogo, poiché invita, in un
certo qual modo, ad entrare in contatto con la sua sensibilità e innesca un
mutuo scambio di esperienze che è già il materiale per la sua futura opera.
Riveste un ruolo fondamentale nella poetica dell’artista, infatti, la forza
modellante del tempo, che si appropria di ciò che è stato e lo ricombina a
attraverso nuove forme, calandolo nel presente:
brandelli di opere passate costituiscono la materia per
nuove composizioni che riflettono una nuova situazione emotiva di Luca, qui ed
ora. Le sue opere condensano strati temporali, l’arte diventa “tempo totale” e
in questo modo costituisce il dono più grande che Luca possa farci: il dono di
sé nel tempo.
Malù Cruz Piani
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