mercoledì 29 luglio 2015

Luca Dellantonio

L’arte di Luca sfugge a qualsiasi definizione. L’ho capito subito, alla nostra prima telefonata.
Per quanto personalmente non ami l’arte dell’ “etichettare”, a volte questa costituisce la strada più semplice per approcciare un nuovo artista e per inquadrare entro rassicuranti coordinate di riferimento le sue opere. Strada non percorribile con Luca, appunto. Si percepisce nelle sue opere una stratificazione di immagini e di significati che ne impedisce una lettura a colpo d’occhio.
Sfogliando il suo book, così ha inizio il nostro incontro, mi rendo facilmente conto che ogni opera differisce dalla precedente e dalla successiva , come figlia di un attimo unico e irripetibile. Quello che accade, infatti, è che Luca si immerge nel flusso della vita, interpretandola con occhi sensibili e un pizzico di ironia , o meglio di autoironia, non prendendosi mai troppo sul serio. L’arte di Luca è improvvisa perché germoglia sopra una sensazione provata, su un volto incrociato, su una situazione vissuta, anche la più banale. Cambiano le tecniche , cambia lo stile, si passa dalla serie dei cuori a quella degli alberi, dalle istallazioni alle opere figurative, ai collage, etc. Cosa tiene unito il discorso? L’ammirevole ricerca dell’artista che sfrutta ogni mezzo possibile non tanto per esprimere se stesso, quanto per raccontare le infinite variabili che si producono dall’incontro di sé con l’esistente che lo circonda, che esso sia natura tanto amata, le persone che abitano la sua vita o i valori su cui essa è profondamente radicata.
L’arte di Luca penso si possa riassumere in una parola sola: dono. L’artista offre sé stesso senza indugi, offre la sua interpretazione poetica del mondo entro cui è immerso, un mondo intessuto di sentimenti , soprattutto, ma anche fatto di gnomi e di arlecchini. In quanto dono di sé l’arte di Luca diventa relazione, dialogo, poiché invita, in un certo qual modo, ad entrare in contatto con la sua sensibilità e innesca un mutuo scambio di esperienze che è già il materiale per la sua futura opera. Riveste un ruolo fondamentale nella poetica dell’artista, infatti, la forza modellante del tempo, che si appropria di ciò che è stato e lo ricombina a attraverso nuove forme, calandolo nel presente:

brandelli di opere passate costituiscono la materia per nuove composizioni che riflettono una nuova situazione emotiva di Luca, qui ed ora. Le sue opere condensano strati temporali, l’arte diventa “tempo totale” e in questo modo costituisce il dono più grande che Luca possa farci: il dono di sé nel tempo.

Malù Cruz Piani



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