mercoledì 29 luglio 2015

Arsenio De Boni

Scrivere di Arsenio De Boni è intingere la penna nell’arcobaleno cogliendo da ogni pennellata la profonda attenzione alla vita e il desiderio di raccontarla in perennità…
Con colori spesso poetici e tenui, lontano da alcune assurdità del nostro tempo, sa raccogliere intorno a se giudizi come quello di Domenico Purificato: “ meravigliosa evanescenza”…
Francesco  Ogliari

Olii delicati, tramonti rosei che talvolta s’incendiano;  solitari paesaggi marini in cui il biancore delle onde che s’infrangono sulla costa contrasta con il cobalto delle acque e il cremisi della sabbia; manciate di tetti dalle tinte aranciate e turchine, che si confondono all’orizzonte con i nembi color malva.
Ma anche nudi di donne ( realizzati col carboncino su carta “ povera “ da macellaio ), raffigurate nella loro più genuina femminilità, che languidamente si offrono agli sguardi ammagliati dei contemplanti.
E, ancora, pastelli raffiguranti nature morte e al tempo stesso vitali, e composizioni floreali evanescenti e delicate…
Paola Trinca Tornidor


“ La vena coloristica di De Boni si fa canto libero, trovando accenti autentici negli incantamenti fuggevoli di un paesaggio “ en plein air “, immerso nella malìa della luce. Ogni volta la situazione è differente, ma la sua anima vibra in una struggente e delicata interpretazione della natura, in una visione di lago nel ( emozione dell’attimo che sfugge, nelle vedute di luoghi lungo il fiume Ticino “.


Fabrizia Buzio Negri








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